Commercio estero, le imprese puntano su nuovi mercati

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Indagine Area Studi Mediobanca congiunturale e strutturale

Nel 2024 fatturato in crescita del 5 %, spiccano i distretti di Arezzo e Vicenza (+8 % entrambi). Tra incertezze globali e pressioni competitive, oltre 6 imprese su 10 puntano su nuovi mercati. Il 45 % delle imprese prevede una crescita dei ricavi nel 2025, con più ottimismo per Arezzo (52 %) e Valenza (50 %).

ESG: il comparto resta indietro rispetto alla media del IV Capitalismo, ma “brilla” sulla parità di genere.

Commercio estero: nuvole sul 2025 con l’export in calo del 15,2 % e allerta per i dazi USA.

A pochi giorni dall’apertura della manifestazione internazionale Vicenzaoro, l’Area Studi Mediobanca presenta i risultati dell’indagine sulle imprese operanti nel sistema orafo-argentiero-gioielliero italiano. Il panel delle aziende oggetto di questo approfondimento è stato ampliato a circa 250 società di capitali con fatturato superiore ai 5 milioni di euro, le cui vendite rappresentano il 90 % dell’intero sistema orafo-argentiero-gioielliero italiano.

Il documento, arricchito da un contributo del Centro Studi di Confindustria FEDERORAFI sulle recenti tendenze relative al commercio con l’estero, mostra che le imprese del sistema monitorate dichiarano di aver chiuso il 2024 con un fatturato in incremento del +5 % rispetto all’anno precedente. Performance particolarmente brillanti nei distretti di Arezzo e di Vicenza (+8 %), seguiti dalle aree residuali (+2 %) e negative per Valenza (-3 %).

È forte l’incertezza sul 2025: il 45 % delle imprese prevede un aumento del fatturato, ma il 43 % si attende un calo e il 12 % prospetta una stabilità. In generale, la quota di aziende orafe fiduciose in un aumento delle vendite totali è comunque inferiore a quella riferita alle imprese manifatturiere del IV Capitalismo nel loro insieme (45 % vs 58 %).

Le previsioni per il 2025 sono condizionate da uno scenario globale in continua evoluzione: il 77,8 % delle aziende esprime forte preoccupazione per l’incertezza geopolitica, mentre il 61,9 % segnala timore per l’inasprimento delle politiche protezionistiche. La maggior parte delle imprese intende espandere la propria presenza su nuovi mercati (61,5 %), sviluppare nuovi prodotti e servizi (60 %) e rafforzare gli investimenti in ambito tecnologico (44,6 %).

Sebbene il comparto mostri segnali di attivazione, il livello di coinvolgimento nell’adozione delle tematiche ESG risulta inferiore rispetto ad altri settori: il 61,5 % delle imprese ha avviato iniziative di sensibilizzazione. Tuttavia, la burocrazia resta il principale ostacolo all’adozione di strategie sostenibili (33,3 %).

Il settore conta circa 1.870 società di capitali, con un’età media di 22 anni. La forza lavoro impiegata nel 2024 è stata pari a circa 19.000 addetti (+3,2 % rispetto al 2023), di cui il 51 % donne. L’85 % delle imprese è a conduzione familiare, con consigli di amministrazione composti mediamente da tre membri.

Dopo aver archiviato il 2024 con una crescita significativa dell’export (+41,4 %), i primi cinque mesi del 2025 mostrano una flessione delle esportazioni settoriali pari al -15,2 %. A influenzare negativamente il risultato incide soprattutto il calo dell’export diretto verso la Turchia (42,2 %).

Il saldo commerciale del comparto si conferma ampiamente positivo, attestandosi a 4.920 milioni di euro, ma si osserva una flessione del 18 % rispetto allo stesso periodo del 2024. L’accordo USA-UE del 27 luglio 2025 prevede l’imposizione di un dazio pari al 15 % anche ai prodotti orafi, prevedendo un’erosione fino al 75 % del valore aggiunto per le aziende di piccole e medie dimensioni.

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Immagine di La Redazione
La Redazione

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