Filiere e PMI: sinergie per un ecosistema strategico

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Filiere e PMI: sinergie per un ecosistema strategico – al convegno gli imprenditori si sono confrontati sul futuro e lo sviluppo delle filiere

La sfida è quella di andare oltre un coordinamento finalizzato al solo prodotto manifatturiero ma costruire ecosistemi industriali capaci di esprimere innovazione, conoscenza e servizi ad alto valore aggiunto.

L’importanza strategica delle filiere produttive è stata al centro del convegno “Filiere e PMI: Sinergie per un Ecosistema Strategico”, organizzato presso la sede di Clivet SpA a Feltre (BL) dai Comitati Regionali della Piccola Industria di Confindustria Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Trento e Bolzano in collaborazione con Confindustria Piccola Industria nazionale Confindustria Belluno Dolomiti.

Prima dell’inizio dei lavori, i saluti di Lorraine Berton, Presidente Confindustria Belluno Dolomiti e Paolo Biscaro CFO Clivet SpA. La presidente Berton ha ricordato che “ nell’attuale scenario economico, il concetto di filiera produttiva assume un valore strategico: le filiere non sono semplici concatenazioni di fornitori, imprese e clienti, ma vere e proprie comunità economiche, capaci di trasformare la creatività, il lavoro e la tecnologia in prodotti che il mondo riconosce come eccellenza italiana.

Dobbiamo avere la forza di preservare queste filiere, di renderle più resilienti e competitive. Questo significa lavorare insieme, grandi imprese e PMI, Distretti e start up innovative, perché una filiera coesa diventa una rete di protezione, capace di moltiplicare le opportunità ”.

Paolo Biscaro CFO Clivet SpA, in qualità di ospite dell’evento, ha voluto sottolineare “ l’importanza strategica delle filiere produttive e del ruolo centrale delle PMI nella costruzione di un ecosistema competitivo, sostenibile e resiliente. In un contesto globale complesso, la collaborazione tra PMI e grandi imprese è fondamentale per affrontare sfide come la transizione energetica e digitale. Clivet, parte del gruppo Midea, è un esempio virtuoso di integrazione tra radicamento territoriale e visione globale, grazie anche alla recente creazione della unità Europea MBT Climate.

Confindustria è la piattaforma essenziale per promuovere dialogo, reti d’impresa e innovazione, sostenendo la crescita comune mediante innovazione e visione di lungo periodo. L’auspicio è che giornate come questa diventino motore di nuove collaborazioni e progetti concreti, contribuendo a valorizzare le potenzialità del Nord-Est e del sistema produttivo italiano nel suo insieme ”.

I lavori sono entrati nel vivo con l’introduzione del Presidente Piccola Industria Confindustria Veneto Davide Piol, che ha aggiunto come “L’essere parte di una filiera significa anche avere una leva in più per essere competitivi in scala internazionale, per essere più resilienti, più veloci, più connessi e più pronti ad affrontare le sfide della digitalizzazione e della sostenibilità. Emerge quindi sempre più la necessità di aumentare il grado di coordinamento lungo le filiere, supportando le realtà più piccole nel raggiungere livelli di evoluzione organizzativa e finanziaria necessari alla sopravvivenza dell’intera filiera: il futuro delle PMI italiane passa senza dubbio attraverso la capacità di fare sistema.

Un’analisi approfondita del tema Filiere è stata fatta dal direttore del Centro Studi Confindustria, Alessandro Fontana, che ha sottolineato quanto importanti siano le filiere nel nostro Paese in ragione di un tessuto produttivo che non solo è caratterizzato molto più che altrove (Europa compresa) da PMI, ma da Pmi vitali e competitive che spiccano per elevata produttività e capacità di esportare. Per questo diventa fondamentale aiutare le nostre imprese ad affrontare le frammentazioni geopolitiche e gli impatti derivanti dai dazi.

Una visione che è stata ulteriormente allargata dall’intervento di Giulio Buciuni, Professore Associato in Entrepreneurship & Innovation Trinity College di Dublino, secondo il quale “L’economia del Nordest non può più limitarsi alla logica tradizionale delle filiere di fornitura. La sfida oggi è immaginare filiere neo-industriali, in cui l’output non è solo un prodotto manifatturiero ma anche – e sempre più – innovazione, conoscenza e servizi ad alto valore aggiunto.

Le filiere devono diventare la base industriale su cui innestare una nuova generazione di imprese tecnologiche e “plug-in firms”, capaci di inserirsi rapidamente nei mercati globali e di accelerare la trasformazione digitale ed ecologica. Questo implica un salto di qualità: uscire dalla “low road” dei margini bassi e della dipendenza dal committente, e costruire ecosistemi industriali in cui le PMI non siano solo fornitori ma protagonisti di nuove traiettorie di crescita”.

Al centro del pomeriggio la tavola rotonda che, attraverso il racconto dell’esperienza diretta di manager e imprenditori, ha approfondito rapporti e coordinamento all’interno delle filiere che rappresentano oggi la via per accelerare l’innovazione e stimolare la crescita. Protagonisti di questo racconto: Claudio Carano (Head of Public Affairs & Corporate Communication Clivet SpA), Flavio Mares (CEO Imap Srl), Michela Cecotti (Amministratore Delegato Sultan Srl Società Benefit), Manuel Todesco (CEO Novotic Srl).

I lavori si sono chiusi con l’intervento di Mirko Bragagnolo, vicepresidente per le Filiere Piccola Industria Confindustria che ha messo l’accento sulla necessità che “le PMI passino da fornitrici a partner strategici delle filiere. Un obiettivo prioritario per le piccole imprese ma altrettanto strategico per i Capo-filiera: tanto più forte sarà l’anello debole, tanto più forte sarà la filiera stessa.

Negli anni – ha spiegato il vicepresidente – abbiamo visto più volte intere filiere andare in crisi a causa di una sola impresa debole lungo la catena, per questo è quanto mai necessario che i capo-filiera mettano in campo iniziative a 360° per rendere le proprie filiere più resilienti, affidabili, efficienti.

E devono svolgere un ruolo sempre più trainante per le PMI, condividendo benefici, sfruttando sinergie, cooperando in maniera sempre più integrata. Le sfide che ci aspettano nel futuro non sono semplici, ma se remiamo tutti dalla stessa parte ce la faremo. A partire dal Governo: la politica industriale deve tornare al centro del dibattito seriamente, con una visione strategica che abbia una programmazione almeno triennale e metta al centro pochi temi, ma essenziali: dall’energia alla demografia, dalla produttività alla semplificazione”.

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La Redazione

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