Maricell: l’innovazione che muove il futuro

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Dalla ricerca sui polimeri alla leadership internazionale: Maricell investe in sostenibilità, tecnologie avanzate e sviluppo circolare per rafforzare la filiera dei materiali ad alte prestazioni

Con l’Amministratore Delegato Massimiliano Demenego Della Mora abbiamo parlato di innovazione, nuovi prodotti e strategie di crescita, per capire come Maricell stia contribuendo a “disegnare il futuro” dell’industria e del territorio veneto.

Dal cuore del Veneto, terra di manifattura e innovazione, arriva la storia di un’impresa che ha saputo trasformare la ricerca sui materiali in un vantaggio competitivo globale. Maricell, fondata 40 anni fa da Lucio Della Mora e oggi guidata dal nipote Massimiliano Demenego Della Mora, è tra i leader mondiali nella produzione di schiume strutturali e materiali compositi ad alte prestazioni, con applicazioni che spaziano dalla nautica ai trasporti, dall’edilizia al settore eolico. In un momento in cui sostenibilità, leggerezza e resistenza diventano fattori chiave per la competitività industriale, Maricell rappresenta un esempio virtuoso di come il saper fare veneto possa proiettarsi con successo sui mercati internazionali.

Massimiliano Della Mora, qual è stata la vostra innovazione tecnologica più dirompente degli ultimi anni?

«Tra le più significative degli ultimi anni c’è sicuramente la modulazione della cellularità del prodotto, che ha permesso di ridurre al minimo l’assorbimento di resina nei compositi. Questo si traduce in materiali estremamente leggeri, tra i più leggeri presenti sul mercato, senza comprometterne le prestazioni meccaniche».

Avete una gamma molto diversificata di prodotti (MYcell M, H, F, Y, P, T e LYcell eco). Quali settori stanno trainando la domanda oggi?

Massimiliano Della Mora

«I settori più dinamici, in questo momento, sono difesa e aerospace, in particolare per la produzione di droni e radome (i “piatti” dei radar). Stiamo registrando una buona crescita anche nel segmento dei super yacht e nel settore sportivo, che mostra un fermento interessante. I mercati “tradizionali” come quello wind (energia eolica) presentano invece situazioni contrastanti: in alcuni Paesi crescono, in altri mostrano una certa stagnazione. Un comparto che sta andando molto bene è quello dei trasporti, soprattutto per la realizzazione di autobus elettrici. Guardiamo con interesse anche a nuove applicazioni, come le navi per il trasporto di gas naturale liquefatto (GNL), che rappresentano un’area di sviluppo importante. Il nostro obiettivo è essere sempre più partner tecnologico dei clienti, non solo fornitore di materiali: vogliamo progettare insieme a loro i processi e i prodotti, perché l’innovazione nasce proprio da questa collaborazione».

Come bilanciate le richieste di prestazioni estreme (resistenza, leggerezza, isolamento) con l’esigenza di ridurre l’impatto ambientale?

«In modo pionieristico siamo stati i primi produttori di PVC reticolato espanso a introdurre una linea “eco” di prodotti. Abbiamo due famiglie principali: Eco Blue, che utilizza etilene derivato da fonti bio, ed Eco Green, prodotta con energia proveniente interamente da fonti rinnovabili. Un altro pro getto importante è quello del LYcell, un materiale “listellare” ottenuto dal recupero degli scarti di lavorazione, che vengono trasformati in nuovi pannelli ad alte prestazioni. Stiamo inoltre sviluppando una tecnologia di riciclo delle polveri generate durante la lavorazione della nostra schiuma di PVC: l’obiettivo è riutilizzarle integralmente in nuovi prodotti, riducendo gli sprechi a quasi zero. Parallelamente, lavoriamo per diminuire l’impatto energetico e idrico dei processi produttivi. Nel 2025 abbiamo ottenuto la certificazione ISO 50001, e stiamo investendo in impianti che ottimizzano i consumi e riducono l’utilizzo di acqua di processo. Nel gennaio 2025 Maricell è stata acquisita da un club deal di investitori italiano organizzato da BF & Company, boutique finanziaria indipendente specializzata in operazioni di finanza straordinaria, in partnership con investitoti assisti da 81 SCF Family Office. Grazie a questi nuovi partner abbiamo potuto avviare un importante piano di investimenti, circa 8 milioni di euro in quattro anni, per rafforzare la ricerca e sviluppo, ampliare la capacità produttiva e migliorare i processi aziendali anche in ottica HSE (Health, Safety & Environment). Il loro network ci sta inoltre aprendo nuove opportunità di business e mercati finora difficilmente raggiungibili. L’obiettivo è di consolidarci ulteriormente per creare un polo italiano leader nella filiera dei materiali compositi a servizio della base clienti».

Oltre alla riduzione dell’impatto ambientale, tra le vostre priorità c’è la riduzione degli scarti, la circolarità dei materiali e la ricerca di nuovi materiali per schiume innovative. Quali risultati concreti avete raggiunto finora?

«Il prodotto LYcell ci ha permesso di entrare in nuovi mercati grazie alla sua flessibilità e al contenuto riciclato. Stiamo inoltre lavorando, insieme a importanti partner del settore nautico e del riciclo dei compositi, alla creazione di una filiera circolare: vogliamo far sì che gli scarti di lavorazione di Maricell e quelli dei cantieri navali vengano recuperati e trasformati in nuovi prodotti, destinati ad altri mercati, come quello dell’arredo o delle facciate edilizie. In questo modo diamo vita a un vero e proprio ecosistema di economia circolare, che unisce settori industriali diversi in un ciclo virtuoso di riutilizzo».

In un prossimo futuro quali prodotti o tecnologie potrebbero rivoluzionare il vostro settore?

«Credo che il futuro del nostro mercato passi attraverso la specializzazione delle schiume: materiali sempre più su misura, pensati per specifiche applicazioni. Stiamo lavorando a formulazioni dedicate per ogni settore – dal “subsea” all’eolico, dalla nautica ai trasporti – e allo sviluppo di manufatti lavorati a CNC per offrire soluzioni personalizzate e pronte all’uso. La tendenza sarà quella di integrare materiali e processi per ridurre costi, tempi e impatti ambientali, mantenendo le performance ai massimi livelli».

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Immagine di Simona Savoldi
Simona Savoldi

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