Persone e tecnologia: la formula di TABO

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TABO è il player digitale che sta rivoluzionando il mercato del fotovoltaico in Italia

Fondata nel 2022 da Nima Oulomi e attiva dal 2023, l’azienda ha puntato fin dall’inizio su trasparenza, rapidità e digitalizzazione, sfidando modelli tradizionali lenti e frammentati. In soli due anni, la crescita è stata esponenziale: il team è cresciuto da 0 a circa 35 persone, gli impianti installati sono stati oltre 400 e il fatturato ha raggiunto 3,3 milioni di euro

 Un modello interamente costruito sull’esperienza del cliente e sul valore del capitale umano che sta aprendo la strada a una nuova era digitale per il settore. Ne abbiamo parlato con Nima Oulomi, Founder e anima dell’azienda, che ci ha raccontato come la tecnologia e le persone insieme stiano trasformando il fotovoltaico in Italia.

Come è nata l’idea alla base di TABO? Quali problemi del settore avete voluto risolvere?

Nima Oulomi

«L’idea è nata nel 2021, quando lavoravo come sales in una PMI del settore. Mi confrontavo quotidianamente con i consumatori e notavo sempre le stesse criticità: la lentezza nella gestione dei progetti, la scarsa chiarezza sull’investimento e una burocrazia eccessiva, che gravava anche sul cliente».

Il vostro modello si fonda su trasparenza, rapidità e digitale. Quali sono state le principali sfide tecnologiche e operative che avete incontrato?

«Oggi, in tutti i settori, siamo abituati a ottenere risposte immediate ai nostri bisogni: lo vediamo per esempio con Netflix, con The Fork per prenotare un ristorante, con la spesa a domicilio. Dal 2020, con il Covid, queste abitudini si sono diffuse anche tra le persone meno digitalizzate. Da allora, le aziende hanno avuto due possibilità: adottare modelli digitali, tecnologici e rapidi oppure restare indietro.

Il settore dell’impiantistica è tradizionalmente agli antipodi di questo approccio: i preventivi arrivano dopo settimane, i sopralluoghi vengono fissati solo dopo giorni. Noi abbiamo voluto ribaltare questo schema puntando su trasparenza e velocità, valori che fanno parte del nostro DNA.

Per combattere la lentezza delle aziende tradizionali, abbiamo sviluppato software e strumenti digitali come il configuratore online: chiunque può entrare sul nostro sito, inserire i dati della propria abitazione e ot tenere in pochi minuti un preventivo ad hoc, senza dover aspettare visite o chiamate. Trasparenza significa comunicare i prezzi in chiaro. Nel settore dell’impiantistica tradizionale, invece, si evita di parlarne prima dell’incontro vis-à-vis, puntando su leve emotive o persuasive al momento del sopralluogo. Questo approccio rende centrale l’abilità dell’agente. Per scalare, invece, è necessario puntare sull’unicità del valore dell’azienda e non temere di comunicare subito i prezzi.

Parlando di espansione sul territorio italiano, oggi il marchio è altamente riconoscibile grazie a campagne PR e pubblicitarie online e offline, tanto da attirare l’attenzione di grandi player energetici italiani. Questo riconoscimento ci consente di aprire nuovi mercati rapidamente: in due anni siamo già presenti a pieno in Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lombardia, mentre Piemonte ed Emilia Romagna sono in fase di sviluppo.

Il cuore della nostra strategia è un prodotto digitale scalabile. Sopralluoghi e consulenze possono essere gestiti online, mentre il configuratore permette ai clienti di ottenere preventivi autonomamente. La conferma di un preventivo avviene digitalmente, con firma e gestione immediata della commessa. Per chi preferisce l’interazione tradizionale, i nostri sales interni gestiscono le richieste da Treviso su tutto il territorio nazionale».

Parliamo appunto di futuro: oltre all’espansione geografica, quali obiettivi avete?

«Abbiamo gli occhi puntati sul tema delle ristrutturazioni green: la direttiva “Case Green” prevede interventi a 360 gradi, non solo sul fotovoltaico, ma anche su infissi, tetto, cappotto termico, pompe di calore e altri lavori edilizi finalizzati al risparmio energetico. Abbiamo avviato una divisione dedicata alla riqualificazione energetica, destinata alle famiglie che vivono in Veneto e in Friuli-Venezia Giulia. L’obiettivo è diventare un player a livello nazionale che offra una soluzione completa per l’adozione di energie rinnovabili da parte dei consumatori».

La vostra crescita in soli due anni è stata esponenziale: quale è il segreto del vostro successo e quanto conta il capitale umano?

«Il capitale umano conta sicuramente tantissimo, direi il 90%: l’idea non conta molto se non ci sono le persone valide che la implementano con costanza e determinazione.

Abbiamo puntato sui giovani, anche perché spesso vengono sottovalutati: oggi il nostro team conta circa 35 persone con un’età media molto bassa. La chiave per attrarre talento è offrire loro spazio e responsabilità che in altre realtà non troverebbero: un ragazzo di 23-24 anni da noi può crescere rapidamente, acquisire libertà decisionale già nei primi mesi e fare avanzamenti contrattuali veloci. La nostra struttura manageriale è snella: abbiamo quattro manager principali – HR, sales, marketing e design – mentre altri reparti operano senza figure dirigenziali dedicate. Dare autonomia e responsabilità ai giovani li fa sentire protagonisti e aumenta l’engagement. Per trattenerli, puntiamo su innovazione continua e work-life balance: i giovani oggi cercano soprattutto un ambiente stimolante. L’headquarter di TABO a Silea di Treviso è stato progettato come una casa: mobili in legno, parquet, muri colorati, moquette. L’obiettivo era creare un luogo in cui le persone si sentano a proprio agio, favorendo concentrazione e creatività. Questo è fondamentale in una startup in rapida crescita, dove i ritmi sono intensi: i founder arrivano a 260 ore al mese, i manager a 200, ma un ambiente confortevole rende il lavoro sostenibile. Non risparmiamo sugli investimenti in risorse strategiche: ad esempio, abbiamo introdotto un HR manager con esperienza in grandi aziende per portare mentalità da corporate e facilitare la scalabilità».

Può descriverci la “cultura aziendale” di TABO? Quali sono i vostri valori, quali le attitudini fondamentali?

La cultura aziendale di TABO si fonda su dedizione, costanza e collaborazione. In una start up in rapida crescita, le persone percepiscono fin da subito che il lavoro richiede impegno e sforzo costante. Allo stesso tempo, il nostro ambiente è orizzontale: pur esistendo ruoli e responsabilità, non ci sono gerarchie rigide. Posso lavorare accanto a uno stagista e pochi minuti dopo confrontarmi con un manager, e questa dinamica favorisce la fluidità e la partecipazione attiva di tutti.

Tra i valori fondamentali c’è l’inclusività: assumiamo persone che in altre realtà potrebbero essere trascurate, e diamo pari opportunità a tutti, indipendentemente dal ruolo o dall’esperienza. La cultura di TABO è meritocratica: chi si impegna, chi mostra entusiasmo e capacità di mettersi in gioco avanza rapidamente. L’obiettivo è creare un ambiente in cui ogni persona possa esprimersi, assumersi responsabilità e contribuire concretamente al successo dell’azienda».

Guardando al futuro, quali competenze saranno fondamentali per il team di TABO nei prossimi anni e come intendete svilupparle?

«Nei prossimi anni le competenze chiave saranno soprattutto caratteriali. Ai colloqui, chiediamo sempre alle HR manager di porre la positività al primo posto. Una persona con tutte le competenze tecniche del mondo ma senza entusiasmo e senza volontà di “sporcarsi le mani” non è adatta a questo contesto. La positività è essenziale perché affrontiamo sfide ambiziose: TABO, in bootstrapping, mira a imporsi a livello italiano nel settore dell’impiantistica competendo con grandi player e startup ben finanziate. Il vero motore del successo resta l’entusiasmo: è ciò che permetterà al team di TABO di scalare la montagna, superando ogni ostacolo con energia e determinazione».

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Immagine di Irene Canziani
Irene Canziani

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