Professione meccatronica

La meccatronica unisce meccanica ed elettronica. ITS Academy Meccatronico Veneto forma tecnici richiesti per l’Industria 4.0, con competenze tecniche, trasversali e aggiornamenti continui. Vediamolo insieme al direttore generale Giorgio Spanevello

Meccanica + Elettronica = Meccatronica. È racchiusa in una formula una delle professioni del futuro. Dal tecnico al CERN di Ginevra al project manager, dal plant test specialist a installatore o manutentore: sono gli esempi dei diplomati in area meccatronica che contribuiscono a creare innovazione. L’ITS Academy Meccatronico Veneto dal primo corso del 2011 al 2023 ha diplomato oltre 1.276 studenti oggi impegnati in aziende del territorio, multinazionali o imprenditori essi stessi.

Giorgio Spanevello, quali sono oggi le competenze più richieste dalle aziende che operano nel settore della meccatronica?

«Le competenze più richieste sono principalmente di tipo tecnico, legate all’evoluzione dell’industria 4.0. Questo implica la capacità di gestire l’interazione tra sistemi di produzione tradizionali e la produzione integrata, basata su processi complessi che coinvolgono più lavorazioni. Un’altra area importante riguarda i sistemi manutentivi, intesi come sistemi avanzati di programmazione. Accanto alle competenze tecniche, sono sempre più valorizzate quelle trasversali. La capacità di lavorare in squadra, le competenze comunicative, soprattutto in inglese e nelle lingue straniere in generale, sono fondamentali. Non dimentichiamo l’importanza di un buon livello di padronanza della lingua italiana. Inoltre, la flessibilità e la capacità di aggiornare continuamente le proprie competenze diventano indispensabili: è fondamentale imparare a imparare, un processo di crescita e miglioramento continuo».

Come ITS Academy risponde alla crescente domanda di competenze tecniche e digitali nel settore industriale?

«La sfida principale dell’ITS è integrare la formazione teorica con l’applicazione pratica. Coinvolgiamo attivamente le aziende nella progettazione dei corsi, affinché la formazione sia strettamente aderente alle reali esigenze del settore tecnologico in continua evoluzione. Un punto di forza del nostro approccio è l’alternanza scuola-lavoro: gli studenti trascorrono una parte significativa del corso direttamente in azienda, per applicare ciò che hanno appreso in aula.

Questo sistema di formazione integrata non solo favorisce l’apprendimento, ma costringe anche le aziende a pianificare con precisione il percorso formativo degli studenti. Nella nostra Fondazione abbiamo scelto un modello orario che prevede un’alternanza settimanale durante i due anni di corso: tre giorni in aula e laboratorio, con docenti provenienti anche dal mondo aziendale, e due giorni in azienda. Questo sistema permette agli studenti di passare più tempo in azienda e alle imprese di partecipare attivamente alla loro formazione».

In che modo il concetto di “capitale umano” si è evoluto negli ultimi anni e quale ruolo gioca nella competitività delle imprese?

«Negli ultimi anni, il concetto di “capitale umano” è diventato centrale nella competitività delle imprese, soprattutto per via delle competenze avanzate richieste. Con l’avvento dell’industria 4.0, molte aziende si sono trovate carenti di tecnici adeguatamente preparati ed è sempre più evidente la necessità di figure capaci di adattarsi rapidamente ai nuovi sistemi e tecnologie. Le Pmi , in particolare, hanno capito l’importanza di avere personale altamente qualificato, soprattutto quando si sono trovate di fronte alla difficoltà di reperire tecnici con competenze aggiornate».

VENETO ECONOMY - Professione meccatronica
Giorgio Spanevello

Il gap tra domanda e offerta di lavoro qualificato è un problema rilevante in Italia. Quali strategie sta adottando ITS Academy per ridurre questo divario?

«Ridurre il divario tra domanda e offerta di lavoro qualificato è una delle sfide principali dell’ITS Academy. Il nostro rapporto con le aziende è fondamentale. L’obiettivo è progettare insieme un percorso formativo che risponda in modo puntuale alle esigenze del mondo del lavoro. Non ha più senso cercare tecnici già formati secondo i vecchi paradigmi: oggi è necessario pianificare la formazione in modo congiunto tra scuole e aziende, in un’ottica pluriennale.

Un esempio concreto è l’apprendistato di terzo livello, una forma contrattuale che consente di fidelizzare i ragazzi durante il loro percorso di studi. Questo sistema permette alle aziende di avere giovani tecnici che si formano e lavorano contemporaneamente, acquisendo competenze specifiche e pratiche. Allo stesso tempo, per gli studenti, l’apprendistato rappresenta un contratto di lavoro vero e proprio, il che rende l’ITS molto più attrattivo rispetto ai percorsi tradizionali».

Le tecnologie emergenti come l’intelligenza artificiale e l’automazione stanno cambiando il panorama del lavoro. Come ITS Academy prepara i suoi studenti ad affrontare queste sfide?

«Per quanto riguarda l’automazione, non si tratta di una novità assoluta. È un elemento presente nelle imprese manifatturiere già da diversi decenni, in particolare nel campo della meccatronica. Noi prepariamo i nostri studenti a operare in un contesto aggiornato, facendo leva sulle competenze fornite dalle nostre aziende partner, che spesso sono all’avanguardia in questo settore.

L’intelligenza artificiale, invece, rappresenta un tema più recente. Sebbene se ne parli molto, in pochi comprendono pienamente i potenziali sbocchi e le applicazioni pratiche dell’IA. Al momento, non siamo ancora in grado di trasmettere ai nostri studenti competenze consolidate in questo campo, ma crediamo che le aziende stesse dovranno affrontare un percorso di integrazione delle tecnologie legate all’IA, fornendo poi input preziosi per formare i tecnici del futuro».

Come vede il futuro della formazione tecnica in Italia, e in particolare nel Veneto, nei prossimi anni?

«Appare molto promettente. Le richieste di personale non specializzato sono in calo, mentre aumenta la domanda di figure con competenze avanzate, in particolare di tecnici preparati su diversi livelli. Non servono solo ingegneri, ma anche tecnici intermedi, che sono proprio quelli che formiamo nei nostri corsi ITS. Se un tempo esistevano i periti, oggi il loro ruolo è stato preso dai tecnici ITS, che

rappresentano una parte cruciale del futuro del sistema industriale. Un altro aspetto fondamentale è l’integrazione tra scuole e imprese: non deve fermarsi solo alla formazione iniziale, ma continuare anche con percorsi di aggiornamento e formazione continua. Alcune Fondazioni, tra cui la nostra, offrono già corsi di aggiornamento per occupati, aprendo nuove prospettive di crescita e sviluppo per il settore».

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