Spriano Communication & PARTNERS S.R.L. – sostenibilità: elemento strutturale della strategia aziendale
Spriano Sustainability coniuga rigore normativo e comunicazione. Nel panorama economico e finanziario del 2025, parlare di sostenibilità non significa più evocare un concetto etico o di responsabilità sociale, ma descrivere un nuovo modello di impresa
Essere un’azienda sostenibile oggi vuol dire integrare nella propria strategia industriale una visione di lungo periodo che tenga insieme redditività, impatto ambientale, benessere sociale e trasparenza di governance. Non è una questione di immagine, ma di competitività: la sostenibilità è ormai un linguaggio capace di orientare le scelte di investitori, istituzioni e consumatori.
Alla luce delle normative europee, le banche stanno rivedendo i propri criteri di valutazione del merito creditizio, integrando i fattori ESG e i rischi climatici nei processi decisionali. L’obiettivo è quello di supportare le imprese a promuovere un modello di riferimento per la trasmissione delle informazioni di sostenibilità alle banche.
Per il sistema bancario, infatti, la disponibilità di informazioni ESG permette di valutare meglio i rischi creditizi e di conformarsi agli obblighi di trasparenza. Guardando in avanti, il valore competitivo della sostenibilità risiederà nella capacità delle imprese di fare di questo paradigma una dimensione strutturale del proprio business.
«Le aziende che la vivranno come un costo inevitabile o un adempimento, resteranno indietro. Quelle che invece la interpreteranno come un investimento strategico – capace di generare innovazione, reputazione e fiducia – costruiranno vantaggio a lungo termine. In un mercato che premia la trasparenza, la sostenibilità è il nuovo standard per crescere, attrarre capitali e creare valore duraturo», dichiara Lorenza Spriano, Founding Partner di Spriano Sustainability (Spriano Communication).
A oggi, tuttavia, emerge che sono numerose le aziende poco informate sui temi della sostenibilità e i dati a disposizione sono frammentati. Tale gap informativo costituisce un ostacolo sia per le imprese, sia per le banche. Ecco che alle aziende serve una consulenza per rendicontare in modo efficace, sapendo comunicare i giusti asset quali-quantitativi.
Comunicare la sostenibilità

Le imprese non possono più limitarsi a comunicare buone pratiche o iniziative isolate, ma devono costruire un sistema coerente di governance della sostenibilità. «La comunicazione, in questo contesto, non è un esercizio di stile: è un ponte tra ciò che l’azienda fa e ciò che il mercato percepisce. Riuscire a coniugare rigore normativo e valore comunicativo sarà la sfida dei prossimi anni», dichiara ancora Lorenza Spriano.
Da qui la maggior attenzione verso la rendicontazione della sostenibilità attraverso Spriano Sustainability, divisione ESG di Spriano Communication, che da oltre vent’anni è tra i punti di riferimento per la comunicazione d’impresa. Così nel 2019 è stata creata la divisione dedicata alla sostenibilità con un team di esperti guidato dal project partner Gabriele Badalotti. «Oggi siamo in grado di affiancare le imprese con percorsi su misura, in un ecosistema in cui i dati ESG sono spesso dispersi, non monitorati e le Pmi faticano a capire quali dati sono rilevanti per la propria attività», dichiara Spriano.
Un bilancio di sostenibilità ben costruito contribuisce a creare fiducia, rafforzando la credibilità dell’impresa. «È qui che la comunicazione assume un ruolo decisivo: tradurre i numeri in una narrazione autentica, capace di restituire visione e impegno nel tempo». dice Lorenza Spriano.
Misurare e raccontare sono due linguaggi che devono convivere. Se da un lato la misurazione garantisce la solidità dei contenuti, dall’altro la capacità di raccontare rende i dati più appetibili. «Quello che deve essere sempre più evidente è che gli ESG non vanno interpretati come una voce di costo, ma come un volano di resilienza e crescita per le Pmi, un investimento per la competitività e un accesso più agevolato al credito e a bandi o incentivi pubblici», spiega Spriano.
Sostenibilità come valore tangibile dell’impresa
Per molte imprese, anche di dimensioni medie, la redazione di un bilancio di sostenibilità rappresenta un passo decisivo in questa direzione. Oltre a rispondere a obblighi normativi sempre più stringenti, il report ESG è uno strumento strategico che consente di misurare e comunicare il valore reale dell’impresa, andando oltre i risultati economico-finanziari.
I benefici di questo percorso sono visibili. Le imprese che hanno adottato sistemi strutturati di rendicontazione ESG
registrano, nella maggior parte dei casi, un miglior posizionamento reputazionale e una maggiore attrattività
verso investitori e partner finanziari. La sostenibilità, infatti, è diventata un fattore chiave nelle valutazioni di mercato: gli asset “intangibili” – fiducia, governance, capitale umano, impatto ambientale – sono oggi parte integrante dell’analisi di rischio e delle scelte di investimento. «Le aziende che sanno raccontare i propri obiettivi e i propri risultati con chiarezza sono percepite come più affidabili e orientate al futuro. E questo, inevitabilmente, si riflette in una migliore capacità di accesso ai capitali», prosegue Lorenza Spriano.
Rendicontare al di là degli obblighi normativi attraverso i “Voluntary sustainability reporting standard for SMEs” (VSME)”
La crescente attenzione verso la sostenibilità, stimolata sia da dinamiche di mercato, sia da pressioni normative, coinvolge sempre più anche le Pmi, che non rientrano negli obblighi di rendicontazione previsti dalla direttiva europea CSRD (Corporate Sustainability Reporting Directive).
«Negli ultimi anni, la spinta regolatoria europea verso la sostenibilità ha trasformato la rendicontazione ESG da tema di nicchia a elemento centrale del sistema finanziario e imprenditoriale», dichiara Gabriele Badalotti, project partner di Spriano Sustainability.
La CSRD impone obblighi alle imprese di grandi dimensioni, ma lascia fuori le Pmi. Per colmare questo “vuoto”, la Commissione europea ha adottato il 30 luglio 2025 una raccomandazione che introduce il Voluntary sustainability reporting standard for SMEs (VSME).
«L’obiettivo è offrire alle Pmi uno strumento volontario più snello e allineato alle esigenze di trasparenza e comparabilità nei confronti di soggetti che operano con obblighi ESG», dichiara ancora Badalotti.




