Taglio IRPEF per oltre 800mila veneti

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Manovra 2026, taglio irpef per oltre 800mila veneti. ecobonus, nel 2024 66mila interventi

«Aspettiamo di leggere la bozza, ma le premesse sembrano buone». Così Roberto Boschetto Presidente di Confartigianato Imprese Veneto commenta a caldo la manovra di bilancio 2026 approvata dal Consiglio dei Ministri. Tra le misure più attese dal mondo delle imprese la riduzione della pressione fiscale e il rilancio degli incentivi agli investimenti, temi che toccano da vicino l’economia produttiva veneta. La riduzione della seconda aliquota IRPEF dal 35% al 33% per i redditi tra 28.000 e 50.000 euro viene accolta positivamente come segnale di attenzione verso il “ceto medio produttivo”. Un provvedimento che in Veneto riguarda oltre 800 mila contribuenti, ma che — calcolatrice alla mano — vale circa 400 euro in più all’anno per chi è al limite superiore della fascia. «Un piccolo sollievo – commentano da Confartigianato – ma importante, perché ogni euro restituito al reddito disponibile dei lavoratori e degli imprenditori si traduce in fiducia e consumi. La vera sfida resta però la riduzione strutturale del carico fiscale complessivo».

Positivo anche il possibile spostamento degli incentivi dai crediti d’imposta alle deduzioni dirette (superammortamenti), già sperimentate con successo in passato. «Se ben calibrata, questa misura può spingere le imprese a rinnovare macchinari e tecnologie. Ma attenzione – avverte Boschetto – servono regole chiare e tempi rapidi, non nuovi paletti che scoraggino gli investimenti. Bene la conferma della nuova Sabatini»

Resta da capire l’entità della maxi deduzione e quali strumenti sostituiranno concretamente i crediti d’imposta 4.0 e 5.0, oggi fondamentali per la trasformazione digitale delle PMI. I dati di Confartigianato mostrano che quasi 1 impresa artigiana su 5 fra quelle che adottano l’IA sono ‘pioniere’: è un segnale positivo, ma se da un lato la digitalizzazione cresce (+31% in dieci anni per l’artigianato digitale), dall’altro resta il problema di chi non riesce ad accedere alle misure 4.0/5.0 per colpa della burocrazia o non ha i partner, le competenze né la scala per farlo (la richiesta di figure con competenze digitali avanzate — IA, automazione, gestione dati — è alta e oltre il 60% del personale è di difficile reperimento in Veneto).

Sul fronte dell’edilizia, Confartigianato Veneto accoglie favorevolmente la conferma del doppio binario 50%-36% per le ristrutturazioni anche nel 2026, così come la proroga del bonus mobili. Meno gradita, invece, la riduzione delle percentuali per altri incentivi – come il bonus barriere architettoniche, che scende dal 75% al 50% – che rischia di frenare interventi su efficienza e sicurezza degli edifici.

Secondo il rapporto Enea 2025 in Veneto gli interventi (2024) realizzati grazie agli ecobonus edilizi sono stati 66.754 (826 milioni di euro investiti) in buona parte si è trattato di sostituzione di serramenti (26%), schermiture solari (23%) e interventi di climatizzazione invernali (40%): il risparmio energetico totale calcolato è stato di 267,18 gigawatt in un anno. 12.926 sono stati gli interventi di installazione di impianti fotovoltaici per oltre 100 gigawatt di energia prodotta in un anno. 57.034 gli edifici che, invece, hanno beneficiato del Super ecobonus per un totale di oltre 10 milioni di investimento. Per quanto riguarda le barriere architettoniche l’investimento in Veneto si è fermato nel 2024 a 76 milioni di euro, sul fronte degli impianti, invece, solo per l’installazione di caldaie a pompa di calore in Veneto sono stati spesi oltre 825 milioni di euro.

Infine, sul tema della rottamazione delle cartelle, l’associazione auspica che la misura sia realmente mirata a chi è in regola con le dichiarazioni ma in difficoltà nei versamenti. L’ipotesi di prevedere un versamento iniziale del 5% viene vista come un modo efficace per distinguere chi vuole davvero rimettersi in carreggiata da chi cerca scorciatoie. Secondo i dati sul debito erariale di cui fonte è l’Agenzia Entrate (audizione marzo 2025) il magazzino crediti da cartelle ammonta ad oltre 1.270 miliardi di euro, di cui il 40% non è esigibile, una cifra di fatto pari a una settantina di leggi finanziarie.

Per il Presidente Boschetto la manovra va nella direzione giusta sul fronte del cuneo, ma non basta agire solo per via legislativa, serve aprire con decisione la strada della contrattazione di secondo livello. È lì che si può davvero costruire una riduzione strutturale e mirata del costo del lavoro, legata ai territori, ai settori e ai risultati delle imprese. Gli artigiani chiedono di valorizzare gli accordi decentrati come strumento di competitività, welfare e partecipazione: meno burocrazia, più fiducia e più contrattazione di prossimità. Il giudizio complessivo, per ora, è di cauto ottimismo – conclude Confartigianato Imprese Veneto – la direzione è quella giusta: meno tasse e più investimenti. Ora serve coerenza nei dettagli, perché è lì che, come sempre, si gioca la vera partita della crescita”.

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